Il 29 agosto 1991 l’omicidio di Libero Grassi, imprenditore che disse NO al pizzo

Il 29 agosto di ogni anno, dal 1991, ci rimanda ad una riflessione sul sacrificio di Libero Grassi che per aver rifiutato pubblicamente in modo chiaro e netto di cedere alle richieste di pizzo a Palermo fu barbaramente ucciso per strada proprio all’alba del 29 agosto del 1991.

Libero è stato in tutta la sua vita un paladino della libertà. Libertà di pensiero, di dissenso, di parola. Ha difeso il diritto di essere imprenditore libero. Ci ha lasciato una grande lezione: Ribellarsi è giusto! Ribellarsi al ricatto mafioso. Alle complicità di pezzi dello Stato. Alla connivenza e alle omertà di tanti suoi colleghi, di Istituzioni, di associazioni di categoria che avrebbero dovuto tutelarlo e lo hanno lasciato solo. Ricordare Libero non è un esercizio retorico. È rimotivare un impegno, oggi e qui, nelle condizioni attuali, contro tutte le mafie, per l’unità del movimento antiracket.

Queste riflessioni hanno prodotto molta consapevolezza, ma non abbastanza, in una parte del mondo civile e produttivo della città di Palermo e dell’intero Paese Italia. Dall’esperienza di Libero Grassi è nato il movimento antiracket, prima a Palermo e poi in tutta Italia. Il movimento ha conosciuto, in questi 32 anni, fasi di espansione e successo contro le mafie, con sensibili aumenti del numero delle denunce e collaborazioni con le forze dell’ordine e le magistrature di molte province italiane, ma ha conosciuto anche stagioni di inerzie, divisioni e criticità.

Sono trascorsi tre decenni e forse oggi è giunto il tempo di aggiornare e potenziare il modo e le forme di rendere vivo ed attuale l’esempio di Libero Grassi. Partendo dalla sua straordinaria idea di scrivere una lettera al “caro estortore” e pubblicarla sul Giornale di Sicilia il 10 gennaio del 1991. Con quel manifesto contro la mafia, contro la corruzione e contro il pizzo è nato il movimento antiracket. A nostro avviso bisogna ripartire da lì per riprendere il cammino verso una battaglia più forte ed efficace contro il pizzo.

Un modo è senza dubbio quello di indire una “giornata nazionale antiracket” proprio nel giorno del 10 gennaio per favorire una riflessione generale e nazionale sui temi della lotta alle mafie e al racket e che faccia diventare questo impegno un impegno popolare e di massa che coinvolge tutta la società e non solo gli addetti ai lavori e le vittime di questo reato. Il potere mafioso che si radica e rafforza anche attraverso l’imposizione del pizzo al sistema economico è una minaccia seria alla democrazia e alla libertà di tutti nel nostro Paese e, oramai anche, in Europa. Presenteremo, per questo, una proposta di legge che miri a istituire una giornata nazionale antiracket il 10 gennaio in memoria di Libero Grassi.

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