98zero.com – Nasce il Coordinamento della Rete per la legalità Sicilia

Il Coordinamento siciliano della Rete per la Legalità, Associazioni e Fondazioni contro il racket e l’usura, nasce per andare in aiuto di coloro che, da soli o riuniti in associazioni, necessitano di sostegno

Antonio Puglisi – 23 Maggio 2019
Sant’Agata Militello – Il Coordinamento siciliano della Rete per la Legalità, Associazioni e Fondazioni contro il racket e l’usura, nasce per andare in aiuto di coloro che, da soli o riuniti in associazioni, necessitano di sostegno dopo anni di vessazioni e difficoltà causati dalle morse del racket e dell’usura. Ma anche per dialogare in maniera più diretta e concreta con i legislatori al fine di pervenire a normative che rispondano alle reali esigenze di chi vive sulla propria pelle le conseguenze di entrambi i fenomeni.
La sua costituzione è avvenuta alla fine di un convegno sul “Contrasto al racket e all’usura” organizzato da SOS Impresa Sicilia e dalla Rete per la Legalità nazionale, presente il Commissario straordinario per il governo delle iniziative antiracket e antiusura, Prefetto Annapaola Porzio, il Procuratore della DIA di Messina Maurizio De Lucia, Salvatore De Luca Procura di Palermo, il Gen. Giuseppe Governale, direttore della DIA. Il dibattito e gli interventi sono stati principalmente sul tema e il ruolo delle vittime e delle associazioni, con un occhio alle tecniche di indagine, alle strategie processuali, alle prospettive di riforma legislativa e al reato di corruzione.
Un momento di confronto nel quale la voglia di cambiamento è stata espressa a più voci da quanti hanno preso parte al convegno. Ognuno con la propria storia, ognuno espressione del proprio territorio, di realtà nelle quali hanno vissuto e spesso continuano a vivere vessati personalmente e come imprenditori dall’usura e dal racket delle estorsioni. Persone alle quali hanno bruciato automezzi, terreni, appartamenti, ricattati, minacciati, costretti anche a chiudere le loro aziende pur di non piegarsi alle richieste di turno.
Sono intervenuti: Giuseppe Antoci, che ha raccontato la storia del suo attentato e gli effetti straordinari che si sono ottenuto tramite il protocollo di legalità contro la mafia dei pascoli.
Salvatore Cernigliaro Presidente di Solidaria, Alessandro Ficile Rete Madonie, Matteo Pezzino Vice Pres. Reg. Confartigianato, Giuseppe Scandurra Rete Antiracket Nazionale, Nino Tilotta Pres SOS Impresa Palermo, l’avv. Fausto Maria Amato, responsabile nazionale dell’ufficio legale di “SOS Impresa – Rete per la Legalità, che Rivolgendosi al Commissario ha sollecitato a promuovere nuove iniziative e confronti cosi come richiesto, alcuni giorni fa dal Sottosegretario Luigi Gaetti che ci ha convocato al Viminale per discutere sulla normativa della legge 44.
«Quello che serve oggi – afferma l’avvocato Amato – è un’azione chiara e netta che possa chiarire tutti i dubbi e a fare la differenza. Il movimento antiracket deve essere veramente aiutato, e avere la possibilità di progettare insieme strumenti efficaci. Su questo dobbiamo ragionare per rimettere in moto un meccanismo che sta avendo da tempo grosse difficoltà a funzionare.”
Cambiare le cose, però, senza dimenticare da dove si è partiti.
«Ricordiamo che Palermo è la città in cui è nato Libero Grassi – sottolinea Luigi Cuomo, presidente nazionale di SOS Impresa – Rete per la Legalità -, la città in cui comincia quell’avventura che ha poi contaminato buona parte del Paese. Quello che registriamo oggi è l’incapacità del movimento antiracket e antiusura di esprimere il senso della difficoltà, dovuta per esempio al fatto che le Prefetture cancellano le Associazioni che non dimostrano la continuità delle loro attività. In molti casi, invece, sarebbe più giusto sostenerle per far loro ritrovare la strada dell’impegno e del servizio alla collettività. Un’associazione che fa il proprio dovere, il proprio lavoro, aiutando l’imprenditore a denunciare, svolge un importante servizio sociale. Aiuta la società a liberarsi dalla criminalità. Ci vuole senza dubbio un’analisi nuova, un’organizzazione nuova, un modello diverso da quello attuale, ma bisogna anche ritrovare la credibilità e ripartire con la consapevolezza che da soli non andiamo da nessuna parte».
«Devo innanzitutto ringraziare tutti i miei predecessori ha dichiarato il Commissario Antiracket Prefetto Porzio, sono convinta che non può esistere una lotta se non c’è dialogo tra Vittima e Stato. Le associazioni per noi sono fondamentali, ci hanno aiutato e devono continuare ad aiutarci. Per loro, però, è anche giunto il momento che facciano, non dico autocritica, ma sintesi delle esperienze fatte. Devono fare i conti anche loro, come sto cercando di fare io, con una realtà che è mutata in maniera evidente per tutti. Bisogna pensare che forse nella mentalità, nelle coscienze dei cittadini italiani, il tema della lotta alla criminalità organizzata si è un po’ assopito. Dobbiamo fare rete. Io sono disposta ad aiutarvi, accettando ogni possibile suggerimento e consiglio. Sono, del resto, stata sempre convinta che le voci tutti uguali non ci sono utili. A noi serve la differenza, giusta, sana, corretta. È ciò che apprezzo più di tutto, è per me sostanziale perché nella differenza si cresce. E si impara».
Buoni i presupposti di partenza, buoni gli auspici per un futuro nel quale dovrà andare a lavorare la neonata Rete per la Legalità Sicilia, Associazioni e Fondazioni contro il racket e l’usura e la corruzione, che in Giuseppe Foti ha trovato il suo coordinatore siciliano.
Il confronto, il dialogo, saranno la priorità di questa Rete, per questo sono nati i vari Coordinamenti Provinciali nei territori più rappresentati. Provincia di Messina, Siracusa, Catania, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Palermo. Queste provincie con i loro presidenti hanno costituito questo Coordinamento Regionale.
«Non si tratta dell’ennesimo organismo che si vede una volta ogni tanto e guarda a distanza coloro che chiedono concretezza – ribadisce Foti –, ma sarà prima di tutto un atteggiamento diverso nei confronti di tutti quei siciliani che subiscono non volendosi piegare ad alcun tipo di sopruso. Pronto a lavorare come e più di prima per fare in modo che la Sicilia si dimostri capace e desiderosa di fare la differenza».
«Fondamentale questo – ha ribadito in conclusione Lino Busà Pres. storico di SOS Impresa, che poi è quella che fa la differenza. Siamo sotto il simbolo della legalità e il logo stesso, colorato allegro, vivace con il segno di quanto deve essere energico il nostro intervento. Vogliamo e possiamo essere modello per il Paese».
Alla fine dei lavori Giuseppe Scandurra, congratulandosi con il nuovo Presidente Regionale, auspica che altre realtà siciliane aderiscano a questa Rete per la Legalità, che già è composta da 15 Associazioni.
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